Il comportamento professionale ai tempi del digitale

Due sono gli aspetti che ci fanno riconoscere chi si comporta in modo professionale sul lavoro. Il primo è la capacità di una persona di assumere impegni chiari nei confronti dei propri interlocutori, clienti, fornitori o colleghi. Si chiama affidabilità, ed è un fattore abbastanza facile da rilevare e misurare: ogni volta che una persona lascia l’interlocutore in uno stato di incertezza, allora vuol dire che sta facendo un servizio di bassa qualità e non si sta comportando in modo professionale.

La seconda caratteristica indispensabile per chi vuol essere considerato un professionista è la sua una continua tensione al miglioramento ed all’aggiornamento. Oggi tale tensione, indipendentemente dal tipo di mestiere svolto, deve riguardare anche (e a volte soprattutto) l’aggiornamento agli strumenti ed ai sistemi legati alla trasformazione digitale.

È fondamentale per ogni organizzazione avere una base di persone che abbia già una buona preparazione in campo digitale, e che possano fungere da traino ai colleghi nel percorso di trasformazione. In alcuni contesti numerose sono ormai le persone che dimostrano di essere in possesso di una buona conoscenza personale in tema digitale, e anche di una certa insofferenza per i ritardi con cui la propria organizzazione od il proprio ecosistema di riferimento stanno affrontando tale trasformazione.

Sono le persone che hanno capito da tempo che devono essere a conoscenza delle soluzioni digitali già per conto proprio, senza bisogno che qualcuno (clienti, datori di lavoro o normativa) glielo vada a imporre. In ogni organizzazione qualcuno è sempre più avanti di altri, proprio perché il concetto di professionalità riguarda anche l’aspetto digitale, che non va considerato meno importante rispetto agli altri elementi di conoscenza necessari per essere un valido professionista.

La trasformazione digitale coinvolge tutti i ruoli all’interno delle organizzazioni, e risulta sempre più determinante nell’influenzare le performance dei “lavoratori della conoscenza”, ovvero quelle figure dotate di conoscenze teoriche e tecnologiche strutturate, e di esperienze e competenze applicative, ed il cui ruolo è decisivo nel determinare le prestazioni di gran parte delle aziende e di sistemi complessi quali ad esempio ospedali, scuole, tribunali.


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