Strateghi senza organizzazione

È noto il caso di una nave vichinga che non fece mai ritorno al porto perché, una volta al largo, continuò a girare in tondo. Pare che i comandanti, intenti a scrutare l’orizzonte e a definire rotte ottimali, si fossero dimenticati di organizzare in modo adeguato le squadre di rematori (vedi disegno qui sopra: “Anche io Omar ho questa strana sensazione … come se stessimo girando in tondo”.)

È giusto che chi dirige l’impresa si occupi di scrutare gli orizzonti, per capire le tendenze dei mercati, i pericoli da evitare, le opportunità da cogliere (questa l’ha già detta qualcun altro, lo so). Vi sono imprenditori e manager che occupano molta parte del proprio tempo nella ricerca di informazioni e nella formulazione di obiettivi da perseguire. Tutto questo si chiama pianificazione strategica: lo scopo è quello di individuare le scelte di medio termine corrette ed evitare quelle sbagliate.

Tuttavia, mentre possono esservi strategie sbagliate in assoluto, va detto che anche le strategie corrette lo sono solo in relazione alle risorse a disposizione. In altri termini, chi definisce una strategia deve tener conto delle risorse a disposizione, sia finanziarie che tecnologiche che umane. Vi sono grandi strateghi sulla carta che poi falliscono nella pratica proprio perché non sanno valutare le risorse a loro disposizione, non le sanno organizzare. Questo perché non le conoscono, non credono sia importante dedicare tempo a capire come funzionano le cose, a parlare con le persone che lavorano per loro, a prendere in mano un remo e provare a vogare.

(vignetta di Gary Larson)


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