“Krishna spiega a Arjuna, che sta per condurre il proprio esercito contro i Kaurava, nel campo di battaglia di Kurukshetra, in che modo agire. I Kaurava sono i cento figli del re cieco Dhritarashtra, ma sono anche cugini di Arjuna, sangue del suo sangue. Arjuna chiede al dio se sia morale cedere alla rabbia, e scagliare frecce contro di loro.
È strano, perché tutti pensano che l’induismo sia inazione, passività, rinuncia. Non è per niente vero. Krishna infatti dice: “Scaglia le tue frecce, a qualsiasi costo”.
Agire, decidere, questo è morale, mentre non lo è dare peso al risultato della tua azione. Quando non ti importa più chi colpisce la tua freccia, o se colpisce, il tuo braccio diventa infallibile. E tu diventi quella tua freccia senza effetto, senza scopo: diventi pura azione.
Mi domando se nei secoli quest’idea non abbia conquistato la Cina, se Lao Tze non intenda qualcosa del genere quando dice: “L’uomo migliore è in quiete come morto, e in moto come una macchina. E non sa perché sia in uno stato, o nell’altro”.
In altre parole, l’uomo libero è come una macchina – o come un cane».”
(tratto da: “Bangkok”, di Lawrence Osborne).