-
Le avvertenze per un cambiamento di successo
Chi si appresta a mettere in atto un intervento di cambiamento organizzativo deve essere consapevole che non può limitarsi a cambiare organigrammi, procedure, sistemi di lavoro, ma deve necessariamente proporsi anche l’obiettivo di cambiare il «senso» delle cose che si fanno e si pensano all’interno della propria organizzazione.
Per dare un nuovo senso alle azioni ed ai pensieri deve non solo avere fiducia in se stesso (fiducia cioè di aver deciso bene) ma anche fiducia nei propri interlocutori.
Prosegui la lettura -
Formazione e sperimentazione per la cultura della qualità
Ogni azienda deve sviluppare una cultura della qualità come reale criterio cui ricondurre le scelte organizzative e operative: tutto questo richiede un forte investimento in formazione e sperimentazione di nuove modalità di gestione.
È necessario capire che occorre “ripensare l’organizzazione”. Occorre, cioè, lanciare un processo di sviluppo organizzativo che tenga conto delle dinamiche interne, delle potenzialità inespresse, ma anche degli input provenienti dall’ambiente esterno: nei giochi consolidati occorre far entrare nuovi elementi e nuovi attori.
Prosegui la lettura -
La ricerca di una nuova identità associativa
Italassoagri (nome di fantasia) è un’associazione di imprese che ha aperto per prima la strada a nuove definizioni di business e di prodotto nel campo della produzione e commercializzazione agroalimentare. Oggi, con il ricambio del vecchio gruppo dirigente ed il mutare delle condizioni esterne (mercati, tecnologie, scenari), l’associazione si trova ad affrontare una profonda trasformazione dovuta alla necessità di adeguare le proprie strategie e gli strumenti di gestione.
Prosegui la lettura -
La partecipazione dei lavoratori
Da un po’ di tempo, dopo anni di silenzio se non di aperto ostracismo sia da parte sindacale che da parte datoriale, va di moda parlare di partecipazione dei lavoratori. Qualcuno addirittura si lancia in prospettive suggestive come la “Teal Organization” (F. Laloux, Reinventare le organizzazioni, Guerini ed.).
Prosegui la lettura -
Vinceranno gli imbecilli
In “Maigret e il barbone”, Simenon scrive che Maigret “aveva una lunga esperienza in fatto di uomini semplici, poco intelligenti, che credono che si voglia approfittare della loro ingenuità e, diffidenti, diventano aggressivi, quando non si rinchiudono in un mutismo ostinato.”
In questo racconto, Maigret si imbatte in un battelliere, di nome Van Houtte: “non era intelligente.
Prosegui la lettura -
PNRR e cambiamento organizzativo
Con una espressione largamente abusata (e non sempre compresa) è stato recentemente scritto che “per ‘scaricare a terra’ al meglio gli obiettivi e le scadenze del PNRR è fondamentale puntare sul valore delle persone nelle Pubbliche Amministrazioni chiamate ad attuare le diverse linee di intervento, in alcuni casi superando abitudini e procedure consolidate.
Prosegui la lettura -
L’imprenditore e le vittime consenzienti
Quello che nessuno immaginava è accaduto: il vecchio imprenditore, fondatore dell’azienda arrivata alla terza generazione (figli e nipoti ricoprono ruoli importanti), ha deciso di abbandonare il campo e si è dimesso da tutte le cariche aziendali.
Stiamo parlando di un imprenditore che non dirige attraverso dati, programmi, budget, strutture, procedure, sistemi di controllo, ma in base a capacità innate, esperienza, intuito, impegno.
Prosegui la lettura -
L’integralismo culturale di fronte all’ambiguità
La cultura organizzativa è un insieme di aspettative che influenzano i comportamenti degli individui in un’organizzazione. Tutti siamo sensibili a dinamiche sociali influenti come le attenzioni, gli ostracismi, gli elogi, il sostegno del gruppo, l’isolamento, l’elogio, l’inclusione e l’esclusione.
Le nostre relazioni sono ciò che ci definisce e, a forza di reciproci adattamenti con gli altri, creiamo nel tempo aspettative e regole non scritte che danno vita a comportamenti di cui siamo più o meno orgogliosi.
Prosegui la lettura -
La fame dei giudici
“Nell’aprile 2011, alcuni ricercatori israeliani hanno pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States una straordinaria ricerca sul processo decisionale. Il loro studio, intitolato “Extraneous Factors in Judicial Decisions” (“Fattori estranei nelle decisioni giudiziarie”) analizzava più di 1.000 ordinanze pronunciate da otto giudici israeliani che presiedevano due diverse commissioni per la scarcerazione sulla parola.
Prosegui la lettura -
Ditemi cosa devo fare
Molti sono convinti che una buona organizzazione si riconosca dal fatto che tutti sanno cosa devono fare, e quello che devono fare sia sempre chiaro. E che quindi – dato che tutti sanno tutto ciò che c’è da sapere – solo allora le cose fileranno lisce: i capi comanderanno, i sottoposti obbediranno, i venditori venderanno, gli operai manipoleranno, gli autisti guideranno, i contabili conteggeranno.
Prosegui la lettura