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La differenza fra informati e creduloni
«Ammettiamo che leggiate su base annuale, i dati sulle quotazioni di una certa azione oppure sulle vendite di fertilizzanti della fabbrica di vostro suocero, o sull’inflazione a Vladivostok». «Ipotizziamo altresì che nella realtà che state osservando, una volta all’anno il rapporto tra segnale e rumore sia di circa uno a uno (metà segnale metà rumore): ciò significa che più o meno la metà dei cambiamenti è costituita da veri miglioramenti o peggioramenti mentre l’altra metà è casuale.
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La fame dei giudici
“Nell’aprile 2011, alcuni ricercatori israeliani hanno pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States una straordinaria ricerca sul processo decisionale. Il loro studio, intitolato “Extraneous Factors in Judicial Decisions” (“Fattori estranei nelle decisioni giudiziarie”) analizzava più di 1.000 ordinanze pronunciate da otto giudici israeliani che presiedevano due diverse commissioni per la scarcerazione sulla parola.
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Non far perdere tempo al capo
“Henry Kissinger, allora segretario di Stato, chiese ad un giovane del suo staff, uno studioso di Rhodes, di scrivere un articolo su un argomento piuttosto astruso. Il giovane era nuovo di quel prestigiosissimo lavoro e ci sudò sopra per due intere settimane. Quando glielo sottopose se lo vide rendere con una nota scarabocchiata sul foglio: “È orrendo, da rifare”.
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Aver ragione non basta
“Nel 1847, a ventotto anni, l’ostetrico Viennese Ignàc Semmelweis dedusse che proprio i medici, non lavandosi le mani abbastanza bene e abbastanza spesso, diventavano portatori della febbre da parto, o febbre puerperale, vale a dire della principale causa di decessi materni nell’era preantibiotici (e prima che si scoprisse che sono i germi gli agenti delle malattie infettive).
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Virus
Barnes guardò i monitor che mostravano varie immagini della sfera. Alla fine disse: «No. È ridicolo. Non c’è cosa vivente che sia immortale. Dico bene, Beth?».
«Be’, no», disse Beth. «Si può sostenere che certe creature viventi nel nostro pianeta sono immortali. Per esempio certi organismi unicellulari come i batteri e i lieviti sembrano in grado di vivere per un tempo indeterminato».
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Buon senso e audacia in tempi di crisi
Nel marzo 1907 il giornale parigino Le Matin indisse una gara automobilistica con queste parole: “C’è qualcuno che accetti di andare, nell’estate prossima, da Pechino a Parigi in automobile?” Fra le prime adesioni, il giornale francese ricevette quella del principe Scipione Borghese.
“[…] Ai primi giorni di aprile il principe, Ettore e l’”Itala” erano pronti a lasciare l’Italia, […], quando gli giunse un telegramma da Parigi la cui lettura gli fece dare un balzo di sorpresa.
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Le radici del pensiero manageriale
Italo Calvino ci invitava tempo fa a riprendere in mano i classici della letteratura e a farne buon uso. E ci ricordava che il classico ti aiuta a comprendere l’attualità, la relega a rumore di fondo, ma non può fare a meno di riferirsi ad essa. E viceversa, ciò che rimane come rumore di fondo nell’attualità, quello è il classico.
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L’insegnamento dei crociati
“Lo storico ed etnografo armeno Aitone da Corico individuava quattro prerequisiti necessari a una crociata vittoriosa per riconquistare la Terra santa: una causa adeguata, risorse sufficienti, conoscenza delle forze nemiche e una giusta tempistica”. A livello più operativo la buona riuscita di una crociata richiedeva “almeno sette fattori associati ma distinti: un casus belli convincente, pubblicità e propaganda, reclutamento, questioni finanziarie, trasporti, un piano per la campagna (nella misura in cui poteva essere prevista), e una strategia geopolitica più ampia”.
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Racconti di Natale
Come al solito, in una paginetta di diario, i ragazzi mi raccontano come hanno passato il giorno di Natale: tutti hanno giuocato a carte, a scopa, sette-e-mezzo e ti vitti (ti ho visto: un giuoco che non consente la minima distrazione), sono andati alla messa di mezzanotte; hanno mangiato il cappone e sono andati al cinematografo.
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Lavori senza senso (Bullshit Jobs, di David Graeber)
“Ampi strati della popolazione passano l’intera vita lavorativa a svolgere compiti che in cuor loro ritengono non andrebbero affatto svolti. È come se qualcuno ci costringesse a svolgere compiti privi di scopo soltanto per tenerci tutti occupati. Il danno morale e spirituale che deriva da questa situazione è grave. È una cicatrice che segna la nostra anima collettiva, anche se praticamente nessuno ne parla”.
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