I nuovi conflitti nell’epoca della globalizzazione

Rischio e incertezza sono drammaticamente in aumento nel mondo, e tutto questo avviene in modo molto veloce. Le cose accadono con molta più rapidità di quello che riusciamo non solo a gestire, ma addirittura a immaginare. Globalizzazione, digitalizzazione, de­regolamentazione, mutamenti climatici e sociali, cambiamenti nei rapporti di forza politici ed economici.

La tecnologia è sicuramente uno dei motori principali del cambiamento che stiamo vivendo: la tecnologia crea opportu­nità per la globalizzazione e spinge per la deregolamentazione. Sono spinte che creano nuove opportunità, ma anche enormi rischi e grande in­certezza.

La nostra epoca è quella in cui per la prima volta l’umanità ha a che fare con nuovi strumen­ti, nuove tecnologie e nuove infrastrutture. E non ha sistemi ideologici ed ideali per interpretare tutto questo. Non ha istituzioni adeguate. Non ha, in altri termini, una cultura coerente con i nuovi assetti strutturali. Sappiamo che dobbiamo cambiare istituzioni, regole, idee, ma non sappiamo come.

Le imprese ad esempio, sia piccole che grandi, stanno cambiando molto rapida­mente e quelle che non si trasformano a velocità so­stenuta rimangono indietro. Lo stesso vale per il mercato del lavoro, per i governi, per i partiti politici, che sono ancora strutturati intorno al conflitto tra mondo del lavoro e capitale, una di­cotomia che non fa capire in che modo il mondo è cambiato.

I conflitti oggi sono diversi: sono ad esempio i conflitti tra coloro che possiedono competenze facili da scambiare e altri che fanno parte di un sistema didattico internazionale con competenze molto personalizzate e ricercate.

Questo è probabilmente il conflitto do­minante oggi, ma non esistono partiti politici, o istituzioni che rappresentino questa situazione. Questo spiega l’evidente inadeguatezza e le tensioni nelle istituzioni e nei sistemi politici odierni a livello mondiale.


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