La cooperativa inizia ad andare in crisi quando vengono tollerati comportamenti opportunistici. Quando viene violato il patto fondante fra i soci, che prevede l’equa distribuzione di costi e benefici secondo il principio della mutualità. Quando qualcuno defeziona dai propri doveri e trae vantaggio dal fatto che gli altri fanno la loro parte. È opportunista chi si comporta da free rider, chi sfrutta le disuguaglianze informative a proprio vantaggio, chi si appropria in modo iniquo delle risorse comuni. È difficile che vi sia opportunismo quando vi sono forti valori ideali, identificazione con la mission istituzionale, diffuso controllo sociale. È più facile che nasca opportunismo quando sono presenti interessi troppo diversi fra i soci (ad esempio fra grandi e piccoli soci nelle cooperative agricole, o fra i soci fondatori e i nuovi soci nelle cooperative di lavoro), o quando i soci non si sentono responsabilizzati per la soluzione dei problemi comuni. Occorre presidiare meglio i processi di selezione in entrata (porta aperta non significa far entrare chiunque), sviluppare pratiche organizzative improntate al sostegno reciproco, alla condivisione di informazioni e responsabilità, alla diffusione della conoscenza, all’equità nell’accesso e distribuzione delle risorse.