Nelle aziende con personale motivato e alto senso di appartenenza gli “anziani” sottopongono i giovani a prove dure, chiedendo loro un forte impegno iniziale e sacrifici a favore del gruppo. Gli anziani sanno che, se l’azienda ha avuto successo, è anche perché le persone sono disposte a impegnarsi in modo straordinario in caso di crisi e c’è spirito di gruppo. È risaputo che le persone apprezzano più quello che hanno ottenuto con fatica e con impegno, e questo spiega perché nelle organizzazioni di successo i riti iniziatici continuano nel tempo. Le persone che sopportano un disagio per raggiungere qualcosa ne hanno generalmente una più alta considerazione, rispetto a chi ha ottenuto la stessa cosa con un minimo sforzo. E chi non supera tali prove dimostra di non tenere abbastanza al gruppo e all’azienda. Naturalmente le prove di iniziazione non devono essere fini a se stesse, ma funzionali a un percorso volto a selezionare le persone più valide e motivate. Non bisogna quindi confondere questi rituali con le situazioni di sfruttamento e vessazione volte semplicemente a spremere i neo assunti per poi mandarli via dopo poco tempo. Non parliamo quindi certo di mobbing, ma di meccanismi di selezione “tribali”, finalizzati ad accrescere la coesione interna facendo sorgere sentimenti di lealtà e rispetto reciproco.