Un luogo comune sostiene che le imprese maggiori, grazie alle loro dimensioni ed a ingenti investimenti in ricerca e sviluppo, sono molto più innovative delle medie e piccole imprese. Eppure alcuni studi dicono esattamente il contrario: le quote di innovazione delle grandi imprese non sono proporzionali alle loro dimensioni. Insomma: più si è grandi meno si è innovativi. In molti casi si è visto come l’innovazione trovi terreno più fertile nelle piccole imprese. Le ragioni sono evidenti. I massicci investimenti tecnologici delle grandi imprese sono difficili da smobilitare, e le fanno scivolare in una inevitabile inerzia. Le grandi imprese sono sotto il mirino di opinione pubblica e sindacati, e tendono ad essere prudenti di fronte ad ogni innovazione. Le imprese maggiori tendono ad adottare strategie di competizione parassitaria, mentre le imprese più piccole sono più aggressive, anche perché il fallimento di una piccola impresa non crea clamore. Solo poche grandi imprese sono realmente innovative, perché hanno adottato modelli gestionali flessibili e strutture organizzative fortemente decentrate e divisionalizzate. In altri termini, la grande impresa se vuole essere innovativa deve strutturarsi in unità organizzative piccole ed indipendenti.