Cosa accade realmente all’interno delle fabbriche? Come cambiano le relazioni di lavoro? Cosa pensano manager, operai, sindacalisti? Cosa dà più soddisfazione sul lavoro? Resisterà a lungo il modello italiano di relazioni industriali o diventeremo anche qui sempre più americani? Una bella ricerca sociologica lo racconta, mettendo a confronto due fabbriche appartenenti alla medesima multinazionale, una a Torino e una a Detroit. Con interviste, questionari, osservazione diretta.
E con alcune illuminanti osservazioni sulla partecipazione, sulla lean production, sul kaizen: “I clienti dicono ai fornitori: voglio una riduzione del prezzo ogni anno. La conseguenza di questa richiesta è che i fornitori hanno raggiunto un punto in cui non possono tagliare più nulla senza impattare sulla qualità o sulla sicurezza… fanno questi studi, che loro chiamano re-balance, per tagliare un certo numero di persone dalla linea… tali studi stanno diventando ridicoli. Viene tutto deciso dalle persone della finanza, i controllers, che cercano di rendere le azioni più attraenti per gli investitori, ma la realtà produttiva è che i lavoratori non possono lavorare più duramente, più a lungo e più velocemente”. Andrea Signoretti, Fabbriche globali, Il Mulino, 2014