Lavori senza senso (Bullshit Jobs, di David Graeber)

“Ampi strati della popolazione passano l’intera vita lavorativa a svolgere compiti che in cuor loro ritengono non andrebbero affatto svolti. È come se qualcuno ci costringesse a svolgere compiti privi di scopo soltanto per tenerci tutti occupati. Il danno morale e spirituale che deriva da questa situazione è grave. È una cicatrice che segna la nostra anima collettiva, anche se praticamente nessuno ne parla”.

“Come è possibile anche solo provare a parlare di dignità nel lavoro se si ha l’intima convinzione che la propria occupazione non dovrebbe esistere? Per lavoro senza senso si intende un’occupazione retribuita che è così totalmente inutile, superflua o dannosa che nemmeno chi la svolge può giustificarne l’esistenza, anche se si sente obbligato a far finta che non sia così”.

“I lavori senza senso spesso sono ben pagati e tendenzialmente offrono eccellenti condizioni lavorative; peccato che siano inutili. I lavori di merda in genere non sono affatto senza senso. Potremmo facilmente diventare società del tempo libero e introdurre una settimana lavorativa di venti ore, se non addirittura di quindici. Invece ci ritroviamo condannati a trascorrere la maggior parte del nostro tempo al lavoro, a svolgere compiti che ci rendiamo conto che non fanno alcuna differenza per la società.

“Le cinque principali categorie di lavori senza senso sono:

  1. i tirapiedi: i lavori dei tirapiedi (flunkies) sono quelli che esistono solamente o principalmente per far sembrare o sentire importante qualcun altro;
  2. gli sgherri: sono tanti, tra chi li fa, a credere che la loro occupazione non abbia valore sociale e che non dovrebbe esistere. Nella pubblicità e nel marketing l’insoddisfazione di questo tipo è così elevata che esiste persino una rivista, «Adbusters», prodotta interamente dai lavoratori del settore che non sopportano quello che devono fare per guadagnarsi da vivere e sperano di usare il potere che hanno acquisito in quel campo per fare del bene invece che del male;
  3. i ricucitori: sono lì per risolvere un problema che non dovrebbe esistere. C’è, a quanto pare, un’intera categoria di lavori che comporta la correzione di danni fatti da un superiore che ricopre quel ruolo per ragioni che nulla hanno a che vedere con la sua competenza in materia.
  4. i barracaselle: l’espressione barracaselle (box tickers) vale per per quei dipendenti che esistono solo o principalmente per consentire a un’organizzazione di affermare che sta facendo qualcosa che in realtà non sta facendo.
  5. i supervisori: la loro funzione principale è creare mansioni senza senso da far svolgere ad altri, sovraintendere all’insensatezza o addirittura inventare lavori senza senso totalmente nuovi.

“C’è ragione di credere che il numero complessivo dei lavori senza senso e, ancor più, la percentuale totale delle occupazioni considerate senza senso da chi le svolge siano aumentati rapidamente in anni recenti in concomitanza con la continua crescita di insensatezza delle forme utili di impiego”.

Bullshit Jobs, di David Graeber, Garzanti, 2018

 


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