Moneta e baratto

Un serio e preparato studioso, Salvatore Rossi, direttore della Banca d’Italia, presentando il suo libro “Processo alla Finanza” all’università di Reggio Emilia (incontro organizzato da Boorea), ha iniziato il suo discorso con un assunto caro agli economisti: prima della moneta c’era il baratto, che nacque quando per la prima volta un uomo (ad esempio un cacciatore) si trovò con un surplus di beni (un abbondante bottino proveniente da una battuta fortunata) e diede una parte della sua carne ad un altro cacciatore meno abile, in cambio di altro cibo o manufatti, attuali o futuri (e qui nasce il debito). Adam Smith fu il primo a proporre questa storia, che da allora è stata tranquillamente riproposta dagli economisti come un fatto scontato. Tuttavia David Graeber, che è un antropologo, sostiene che questa storia è falsa: “Per secoli gli esploratori hanno cercato, senza successo, di trovare questa favolosa terra del baratto”. Il baratto “al contrario di quel che pensava Smith, non era utilizzato tra gli abitanti dello stesso villaggio. Il baratto di solito era impiegato tra stranieri, o addirittura tra nemici”. Secondo gli antropologi “scambiare una cosa con un’altra cercando di ottenere il meglio dalla transazione è, di solito, quel che si fa quando ci si rapporta con persone a cui non siamo interessati e che non ci aspettiamo di rivedere”. La tesi di Graeber è che “noi non abbiamo cominciato col baratto, per poi scoprire la moneta e alla fine sviluppare un sistema di credito. È successo proprio l’opposto. Il cosiddetto «denaro virtuale» è venuto prima.” Quindi il baratto non nascerebbe come sostiene Smith prima del denaro, ma dopo: storicamente ha rappresentato l’ultima risorsa per chi, abituato a usare il denaro nelle proprie transazioni, si è trovato per una ragione o per un’altra senza liquidità. Salvatore Rossi conosce e cita il lavoro di Graeber nel suo libro, ma scrive che “la facilitazione che la tecnica monetaria apporta resta evidente anche sposando questo punto di vista”. In realtà gli studi antropologici dicono ben altro, ma evidentemente la storia inventata da Adam Smith e ripetuta in modo ossessivo per secoli nelle aule di economia rappresenta un feticcio impossibile da abbandonare. (David Graeber, Debito, Il saggiatore, 2012).

 


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