Il difficile momento che stanno vivendo le democrazie occidentali è ben analizzato da Colin Crouch nel suo Postdemocrazia (ed. Laterza, 2009).
“Vedere i mali della democrazia solo come colpa dei mass media e dell’ascesa degli strizzacervelli o degli errori personali dei politici significa ignorare che si stanno verificando processi ben più profondi”.
“L’idea di postdemocrazia ci aiuta a descrivere situazioni in cui una condizione di noia, frustrazione e disillusione fa seguito a una fase democratica; quando gli interessi di una minoranza potente sono divenuti ben più attivi della massa comune nel piegare il sistema politico ai loro scopi; quando le élite politiche hanno appreso a manipolare e guidare i bisogni della gente; quando gli elettori devono essere convinti ad andare a votare da campagne pubblicitarie gestite dall’alto. Non è una situazione di non-democrazia ma la descrizione di una fase in cui ci siamo ritrovati, per così dire, sulla parabola discendente della democrazia”.
“Da questo emergono i noti paradossi della politica contemporanea: sia le tecniche per manipolare l’opinione pubblica sia i meccanismi per esporre la politica all’esame pubblico diventano sempre più sofisticati, mentre il contenuto dei programmi di partito e le caratteristiche della rivalità tra partiti diventano sempre più vaghi e insulsi. Moltissimi cittadini sono ridotti a una partecipazione manipolata, passiva e rarefatta. Siamo talmente abituati a questo fenomeno da dare per scontato che un programma di partito sia un «prodotto» e che i politici tentino di «venderci» il loro messaggio”.
“Il giornalismo popolare, come la politica, iniziò a modellarsi sulla pubblicità: messaggi stringati che richiedono sforzi di concentrazione minimi; l’uso delle parole per formare immagini di alto impatto anziché argomentazioni che facciano appello all’intelligenza. La pubblicità non è una forma di dialogo razionale: non dimostra con delle prove, ma associa i suoi prodotti a un insieme particolare di immagini. Non consente replica: il suo scopo non è suscitare la discussione, ma indurre all’acquisto”.
“Un altro aspetto del degrado della comunicazione politica di massa è la crescente personalizzazione della politica elettorale. La promozione delle presunte qualità carismatiche del leader: si fa uso di una personalità carismatica per sostenere un insieme vago e incoerente di politiche che non riflettono alcun interesse articolato”.
“Si potrebbe anzi affermare che le organizzazioni a difesa dei diritti umani, dei senzatetto, del Terzo Mondo, dell’ambiente e così via rappresentano una democrazia ben più ricca, poiché ci consentono di orientarci su cause specifiche, mentre la scelta di un partito ci obbliga a sottoscrivere l’intero pacchetto. Alla base vi è un limite dei partiti: sono pacchetti onnicomprensivi nell’epoca della parcellizzazione e personalizzazione”.