Il lato oscuro delle successioni

Non sempre la scelta del successore avviene in modo indolore e lineare, sia per chi subentra che per chi abbandona. Kets De Vries segnala due problemi tipici: il “mito di Rebecca” e “l’ingenuità di Lear”. Nel romanzo “Rebecca la prima moglie” Daphne Du Maurier racconta di una giovane che sposa un vedovo che la perseguita con i ricordi delle innumerevoli qualità della prima moglie: in realtà era una donna irascibile e arcigna. Il “mito di Rebecca” è la tendenza a idealizzare il passato, e lo ritroviamo quando un giovane dirigente prende il posto di una persona perfetta nel ricordo di tutti, anche se in realtà si trattava di un capo limitato e umorale. Ogni successore deve superare giudizi spietati, e la mitizzazione dei predecessori. Chi lascia il potere può trovarsi invece nella situazione di Re Lear di Shakespeare, che ritenne ingenuamente di poter mantenere le prerogative che erano legate alla sua carica anche dopo aver ceduto il potere alle figlie. I suoi sudditi gli tolsero ben presto rispetto e dignità.

 


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