Tutti i dirigenti dicono di lavorare per obiettivi, ma in realtà non tutti sanno esattamente cosa significa “direzione per obiettivi”. Ne parlò in particolare Peter Drucker negli anni ’70, sottolineando l’importanza che le mete aziendali diventassero gli obiettivi di ogni dirigente.
È un processo che costringe tutti a chiarire i compiti e le responsabilità, oltre che i risultati attesi. In tal modo si è aumentato il peso della pianificazione e del controllo interni (e quindi anche il peso dei costi fissi…). I problemi applicativi sono tanti, ad iniziare dalla difficoltà di tradurre in obiettivi misurabili il lavoro dei dirigenti stessi. Ma è una strada inevitabile per trasformare gli obiettivi aziendali in obiettivi operativi, per responsabilizzare le persone, per ottimizzare l’uso delle risorse e, soprattutto, per creare le basi di un sistema in grado di apprendere dagli errori.
L’importante è non cadere nello sbaglio di credere che la direzione per obiettivi debba essere collegata in modo meccanicistico ad un sistema premi-punizioni o al sistema retributivo. Tale collegamento infatti accrescerebbe in modo insopportabile le pressioni sull’individuo e ne limiterebbe troppo la libertà d’azione.