La dura vita del capo

Ci sono capi che non fanno mai un elogio “sennò i giovani si montano la testa”. Ci sono capi sempre pronti a rimproverare chi, secondo loro, ha sbagliato: lo fanno in pubblico in modo da umiliarlo. Non ringraziano mai, nemmeno chi ha compiuto qualcosa di eccezionale. Sono convinti che tutto gli sia dovuto, mentre loro non devono nulla a nessuno: “mi sono conquistato tutto da solo”. Sono certamente dei pessimi capi, probabilmente invidiosi dei loro collaboratori. All’estremo opposto vi sono quelli che elogiano tutti in modo sperticato, veri e propri adulatori. Lo fanno per conquistare il favore dei collaboratori, per sedurli e ottenere poi qualche vantaggio.  Si riconoscono facilmente: i loro elogi sono sempre generici, non conoscono i fatti né le attività realizzate.

Per essere buoni capi bisogna saper elogiare chi merita, sulla base di una conoscenza puntuale dei fatti e del lavoro svolto. Occorre anche saper rimproverare chi fa male, e sempre sulla base di elementi oggettivi, del confronto fra quanto previsto e quanto realizzato, e del modo in cui si è lavorato.


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