La colpa è degli altri

La civiltà greca fu distrutta dal morbillo. Nel 400 a.C. l’epidemia dall’Etiopia si diffuse a nord, attraverso l’Egitto e la Libia. Ad Atene i cittadini si strappavano di dosso i vestiti, arsi da una sete infinita, e si gettavano nei pozzi e nelle cisterne pubbliche. Nel 1437 fu l’Inghilterra ad essere invasa dalla peste nera, arrivata con le navi dei mercanti genovesi. Dopo 30 anni erano morti un milione e mezzo di inglesi, un terzo della popolazione. Nel 1665 le pulci del ratto nero europeo portarono la peste bubbonica a Londra, ma l’epidemia esplose definitivamente con il mutamento delle modalità di trasmissione, da persona a persona attraverso le goccioline di saliva e muco espulse coi colpi di tosse e gli starnuti. Nella Parigi del 1500 un terzo dei cittadini era portatore di sifilide. Negli anni uccise re come Enrico VIII d’Inghilterra, e Carlo VIII di Francia, artisti come Benvenuto Cellini, Toulouse-Lautrec e Guy de Maupassant. In origine la nuova malattia era chiamata dai francesi “mal spagnolo”, e dagli inglesi “mal francese”. Per i giapponesi era il “mal cinese”, mentre i cinesi la chiamavano “mal di Canton”.


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