-
Un cattivo capo
Quando un capo è un cattivo capo? È un cattivo capo quando pensa che il collaboratore che sbaglia sia in malafede o incapace. E quindi non accetta il fatto che ogni comportamento è, dal punto di vista di chi lo attua, una soluzione razionale alla particolare situazione che si trova ad affrontare.
-
Se volete che le persone non facciano qualcosa, non dite loro che molti altri lo stanno facendo
“Una dinamica ragazza dai capelli scuri scende le scale di un condominio. Indossa una collanina d’argento e ha in mano un maglione; forse sta andando al lavoro o a un appuntamento con un’amica per un caffè. All’improvviso, un vicino apre la porta e le sussurra: «Ho dell’erba per te». «No!» Aggrotta la fronte e corre…
-
Vinceranno gli imbecilli
In “Maigret e il barbone”, Simenon scrive che Maigret “aveva una lunga esperienza in fatto di uomini semplici, poco intelligenti, che credono che si voglia approfittare della loro ingenuità e, diffidenti, diventano aggressivi, quando non si rinchiudono in un mutismo ostinato.” In questo racconto, Maigret si imbatte in un battelliere, di nome Van Houtte: “non…
-
Le persone nella fabbrica 4.0
La produzione snella e flessibile richiede una “fabbrica integrata”, ad elevato tasso di automazione e digitalizzazione. La fabbrica automatizzata rende il lavoro delle persone meno faticoso e pericoloso, e meno soggetto agli arbìtri ed alle prevaricazioni delle gerarchie intermedie. È la fabbrica 4.0, dove cadono i confini fra lavoro operaio ed impiegatizio, le divisioni gerarchiche,…
-
Essere mortale
“Se non siete capaci, senza aiuto, di usare i servizi igienici, mangiare, vestirvi, lavarvi, controllare gli sfinteri e spostarvi – le sei «attività quotidiane di base» – allora non avete i requisiti basici per l’autosufficienza fisica. Se da soli non riuscite a fare la spesa, prepararvi i pasti, tenere in ordine la casa, fare il…
-
La strana persona di fianco a te
Tutti i giorni lavori con persone che credi di conoscere. Sai distinguere un lavoratore da un burocrate? E uno tosto da un incompreso? Il Lavoratore: per lui quello che conta è dimostrare di impegnarsi più degli altri, sempre. Cerca riconoscimenti per lo sforzo profuso, non ama il rischio ma la dura routine quotidiana.
-
Prigionieri del titolo di studio
“L’uomo è per sua natura inquieto. Quando viene lasciato per troppo tempo nello stesso posto si annoia e diventa inevitabilmente improduttivo e demotivato. La cura, ne ero assolutamente convinto, consisteva nell’incoraggiare i manager a scambiarsi le mansioni“. “Una persona che lavorava all’ufficio contabilità, per esempio, poteva cambiare il proprio posto con una addetta alle vendite.
-
Per la rivoluzione digitale non basta l’alfabetizzazione informatica
La rivoluzione digitale travolge non solo le imprese, ma la vita stessa delle persone, ovvero la loro vita privata e sociale, e riconfigura lo spazio materiale nella dimensione virtuale. Per Luciano Floridi si tratta di un passaggio cognitivo paragonabile a quanto avvenne prima con la rivoluzione copernicana (quando la terra non fu più al centro…
-
Non ho tempo per la formazione
Quante volte mi sento dire che “la formazione è importante, fondamentale, strategica …. ma non abbiamo tempo”. Molte persone dedicano tutto il loro tempo alle attività quotidiane, sempre pressanti, urgenti; a volte importanti, a volte no. Collocano la formazione fra le attività importanti, ma non urgenti (per approfondire questo tema rimando alla matrice di Eisenhover).
-
Insegnare a pensare
Occorre insegnare il pensiero. Essere capaci di pensare non significa essere intelligenti, ed essere intelligenti non implica necessariamente saper pensare. La scuola non insegna a pensare, e le rare lezioni di logica e analisi rappresentano soltanto una piccola componente del pensiero. Ciò che conta è la capacità di percepire in modo corretto: se la percezione…