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Buon senso e audacia in tempi di crisi
Nel marzo 1907 il giornale parigino Le Matin indisse una gara automobilistica con queste parole: “C’è qualcuno che accetti di andare, nell’estate prossima, da Pechino a Parigi in automobile?” Fra le prime adesioni, il giornale francese ricevette quella del principe Scipione Borghese. “[…] Ai primi giorni di aprile il principe, Ettore e l’”Itala” erano pronti…
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Il professionista in associazione
La forma organizzativa che risponde ai bisogni fondamentali di un’associazione di imprese (non fa differenza se di capitali o cooperative, se grandi o piccole, o di quale settore economico) è la struttura professionale. Tale struttura, nata per soddisfare le esigenze delle imprese associate sui versanti della rappresentanza degli interessi, del lobbying, dei servizi e dello…
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Creare una nuova cultura del servizio
Qualsiasi impresa, nel momento in cui definisce un’innovazione delle proprie strategie di servizio ai clienti, deve affrontare una questione cruciale, ossia come passare all’effettiva erogazione del servizio con modalità coerenti rispetto ai nuovi orientamenti strategici. Ci troviamo di fronte al problema della traduzione dell’idea guida del servizio in comportamenti quotidiani: in altre parole alla progettazione…
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La strana persona di fianco a te
Tutti i giorni lavori con persone che credi di conoscere. Sai distinguere un lavoratore da un burocrate? E uno tosto da un incompreso? Il Lavoratore: per lui quello che conta è dimostrare di impegnarsi più degli altri, sempre. Cerca riconoscimenti per lo sforzo profuso, non ama il rischio ma la dura routine quotidiana.
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La funzione sociale in cooperativa
Per le cooperative i tempi son cambiati, e parecchio. In molte cooperative la partecipazione, il coinvolgimento, l’identificazione dei soci non sono per niente scontati né automatici. Non è scontato cioè che il socio abbia voglia di partecipare alle assemblee, di essere informato sull’andamento della cooperativa, di aumentare la quota sociale, di aderire alle iniziative solidaristiche.
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Due o tre ragionamenti sul cambiamento organizzativo
Ogni tanto, quando si iniziano percorsi di cambiamento organizzativo, occorre fare – con calma – due o tre ragionamenti sulla gestione delle persone. Un primo ragionamento è questo: non è detto che chi resiste al cambiamento sia una persona negativa, o priva di valore. Anzi, molti fra quanti resistono sono dotati di motivazioni e competenze.
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Una storia di miglioramento
Anni fa un direttore di produzione chiese ad alcuni capi reparto di lavorare ad un programma di miglioramento. L’obiettivo era scoprire dove fosse possibile ridurre i costi di lavorazione e gestione dei materiali. I capireparto fecero una riunione in cui individuarono circa 15 possibili aree di intervento, di cui sette assolutamente prioritarie.
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Le connessioni nascoste (o l’organigramma reale)
L’innovazione viene normalmente generata al di fuori delle linee formali di autorità, ovvero in corrispondenza delle intersezioni spontanee, non programmate. Eppure in molte organizzazioni ci si ostina ancora oggi a ricondurre lo sforzo innovativo all’interno di organigrammi chiari e ordinati, in cui si prescrive che le relazioni di ciascun membro vengano coordinate solo dall’autorità immediatamente…
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Le radici del pensiero manageriale
Italo Calvino ci invitava tempo fa a riprendere in mano i classici della letteratura e a farne buon uso. E ci ricordava che il classico ti aiuta a comprendere l’attualità, la relega a rumore di fondo, ma non può fare a meno di riferirsi ad essa. E viceversa, ciò che rimane come rumore di fondo…
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Capi non attenti ai dettagli
In molte organizzazioni il subordinato sa che deve sempre comunicare in modo chiaro la propria posizione d’inferiorità, e dimostrare in modo evidente di essere leale verso gli obblighi derivanti dalla sua condizione. Tale sistema d’autorità ha, fra l’altro, come conseguenza quello di portare a trascurare i dettagli. E’ infatti questo il presupposto necessario ai capi…