Alla Stern Corporation, durante un seminario di formazione per quadri intermedi, due partecipanti hanno iniziato a discutere fra loro con toni accesi. Antonio sosteneva che i subordinati devono obbedire sempre alle disposizioni impartite dai capi, per non creare in azienda caos e anarchia: “il rispetto dei ruoli e della catena gerarchica costituiscono elementi fondamentali per una buona organizzazione aziendale“. Secondo Giacomo invece i capi non possono pretendere cieca obbedienza ai loro comandi, anche perché spesso non hanno tutte le informazioni necessarie per dare disposizioni adeguate ai propri collaboratori. Di qui l’importanza del coinvolgimento e della responsabilizzazione dei sottoposti. A quel punto ho chiesto agli altri partecipanti di dire la loro: l’aula si è schierata quasi tutta con Antonio, e solo un paio di persone hanno appoggiato, senza troppa convinzione peraltro, le tesi “democratiche” di Giacomo. Finita la lezione ho chiesto all’ufficio personale i profili attitudinali dei partecipanti e, come prevedibile, Antonio, sostenitore della gerarchia, vi è descritto come un capo tollerante, partecipativo e motivante, mentre Giacomo il “democratico” risulta un capo burocratico, autoritario e chiuso al dialogo.