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Strateghi senza organizzazione
È noto il caso di una nave vichinga che non fece mai ritorno al porto perché, una volta al largo, continuò a girare in tondo. Pare che i comandanti, intenti a scrutare l’orizzonte e a definire rotte ottimali, si fossero dimenticati di organizzare in modo adeguato le squadre di rematori (vedi disegno qui sopra: “Anche io Omar ho questa strana sensazione … come se stessimo girando in tondo”.)
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Quando incentivare è peggio
È noto da tempo che i sistemi incentivanti minano il clima interno in gran parte delle organizzazioni che li adottano. Incentivi differenziati hanno senso quando la performance può essere misurata in maniera precisa e incontestabile, e quando il risultato del lavoro è attribuibile con certezza ad una singola persona. Al contrario, gli incentivi non funzionano nei sistemi caratterizzati da interdipendenza e cooperazione fra gli individui.
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Tutti casa e lavoro
L’emergenza sanitaria ha costretto milioni di persone a lavorare da casa. Si è parlato impropriamente di “smartworking”, quando in realtà si dovrebbe parlare di “lavorare standosene ognuno a casa propria”.
Cosa è successo a queste persone? Tutte hanno dovuto far fronte a piccole o grandi inadeguatezze tecniche e logistiche: computer e dispositivi, connessioni telefoniche, stampanti e materiali da ufficio non erano disponibili per tutti, per non parlare degli spazi casalinghi in cui poter lavorare.
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Virus
Barnes guardò i monitor che mostravano varie immagini della sfera. Alla fine disse: «No. È ridicolo. Non c’è cosa vivente che sia immortale. Dico bene, Beth?».
«Be’, no», disse Beth. «Si può sostenere che certe creature viventi nel nostro pianeta sono immortali. Per esempio certi organismi unicellulari come i batteri e i lieviti sembrano in grado di vivere per un tempo indeterminato».
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Buon senso e audacia in tempi di crisi
Nel marzo 1907 il giornale parigino Le Matin indisse una gara automobilistica con queste parole: “C’è qualcuno che accetti di andare, nell’estate prossima, da Pechino a Parigi in automobile?” Fra le prime adesioni, il giornale francese ricevette quella del principe Scipione Borghese.
“[…] Ai primi giorni di aprile il principe, Ettore e l’”Itala” erano pronti a lasciare l’Italia, […], quando gli giunse un telegramma da Parigi la cui lettura gli fece dare un balzo di sorpresa.
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Il professionista in associazione
La forma organizzativa che risponde ai bisogni fondamentali di un’associazione di imprese (non fa differenza se di capitali o cooperative, se grandi o piccole, o di quale settore economico) è la struttura professionale. Tale struttura, nata per soddisfare le esigenze delle imprese associate sui versanti della rappresentanza degli interessi, del lobbying, dei servizi e dello sviluppo, attribuisce un grande potere ai professionisti e consente loro un’ampia autonomia.
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Creare una nuova cultura del servizio
Qualsiasi impresa, nel momento in cui definisce un’innovazione delle proprie strategie di servizio ai clienti, deve affrontare una questione cruciale, ossia come passare all’effettiva erogazione del servizio con modalità coerenti rispetto ai nuovi orientamenti strategici. Ci troviamo di fronte al problema della traduzione dell’idea guida del servizio in comportamenti quotidiani: in altre parole alla progettazione operativa dei sistemi di erogazione.
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La strana persona di fianco a te
Tutti i giorni lavori con persone che credi di conoscere. Sai distinguere un lavoratore da un burocrate? E uno tosto da un incompreso?
Il Lavoratore: per lui quello che conta è dimostrare di impegnarsi più degli altri, sempre. Cerca riconoscimenti per lo sforzo profuso, non ama il rischio ma la dura routine quotidiana.
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La funzione sociale in cooperativa
Per le cooperative i tempi son cambiati, e parecchio. In molte cooperative la partecipazione, il coinvolgimento, l’identificazione dei soci non sono per niente scontati né automatici. Non è scontato cioè che il socio abbia voglia di partecipare alle assemblee, di essere informato sull’andamento della cooperativa, di aumentare la quota sociale, di aderire alle iniziative solidaristiche.
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Due o tre ragionamenti sul cambiamento organizzativo
Ogni tanto, quando si iniziano percorsi di cambiamento organizzativo, occorre fare – con calma – due o tre ragionamenti sulla gestione delle persone.
Un primo ragionamento è questo: non è detto che chi resiste al cambiamento sia una persona negativa, o priva di valore. Anzi, molti fra quanti resistono sono dotati di motivazioni e competenze.
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